giovedì 30 aprile 2009

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Vasco Rossi: "Dico addio agli stadi voglio cantare guardando la gente"

Il rocker è l'attesissima star del concerto del Primo maggio
Il compenso lo ha devoluto alle famiglie dei morti sul lavoro

Vasco Rossi: "Dico addio agli stadi voglio cantare guardando la gente"
"Troppa pressione, ho voglia di cambiare e di suonare in luoghi più piccoli"
di GINO CASTALDO

ROMA - Mai visto un VASCO così brillante e anche, a suo modo, così "politico". "Non tira una bella aria", ci racconta a margine della conferenza stampa del concertone del 1° maggio. "A chi comanda fa comodo renderci tutti tristi e impauriti, così giustificano la loro esistenza. Ma io non ci sto. Mia madre mi telefona sempre piena di paure, si preoccupa di tutto, e io le dico sempre scherzando: ma perché non ti preoccupi di tuo figlio? Bisognerebbe vedere meno i telegiornali e guardarsi di più in giro".

Ha l'aria tranquilla, VASCO, la serenità di chi sa di aver fatto la cosa giusta, ovvero spiazzare tutti aderendo, gratuitamente (il compenso di 100.000 euro lo ha devoluto alla causa di quest'anno ovvero l'assistenza ai figli dei morti sul lavoro), alla festa annuale del Primo Maggio (in diretta su RaiTre dalle 16). E ci regala un strana e interessante notizia: "Per quest'anno sarà la mia unica esibizione. Ma per la prossima penso che rinuncerò agli stadi. Voglio cambiare, troppa pressione per un solo concerto, voglio farne di meno lunghi, in posti più piccoli, dove posso guardare la gente più da vicino".

Nel frattempo ci sarà l'apoteosi di quello che lui stesso ha definito il più importante festival gratuito d'Europa. "Io le cose le dico nelle canzoni, molto chiaramente. Anche quelle che farò stasera sono scelte con cura, è praticamente un discorso. Chi vuole capire capisce...". Ci sarà la sorpresa della cover del pezzo dei Corvi, Un ragazzo di strada, del 1966, "la volevo cantare da quando avevo quindici anni, tanto per ricordare che in fin dei conti sono sempre un poco di buono", poi ci saranno Stupendo (con l'esplicito verso: "sì, stupendo, mi viene il vomito"), Vieni qui, Sally, C'è chi dice no ("potrebbe essere la sintesi del momento, anche perché sono molto preoccupato da quanto succede in giro, ci sono conquiste sociali che sembravano scontate e oggi invece vengono rimesse in discussione") e poi alla fine Il mondo che vorrei, adottata come slogan dell'edizione di quest'anno, e Gli spari sopra.

"Mi rendo conto che anche i giornali di questi tempi sono preoccupati nel dire le cose, troppe pressioni, non c'è indipendenza, in televisione ancora meno, anche su di me spesso non si dicono le cose che andrebbero dette. Io mi chiamo fuori dalla omologazione, non faccio calcoli, dico le cose che vedo e le metto nelle canzoni". Un piccolo fastidio lo mostra solo sulla domanda sulla sua mancata partecipazione al disco con quaranta artisti italiani in favore dei terremotati in Abruzzo. La risposta è ovvia: "magari l'avrei anche fatto, ma ero già concentrato sul Primo Maggio, e sembrava abbastanza, se no sembrerei come il prezzemolo".

La sua presenza ha già fatto molto rumore, sarà un traino per la carovana che anche quest'anno rappresenterà la musica italiana a San Giovanni: i Nomadi, Enzo Avitabile, Paola Turci con Paolo Fresu, Caparezza, Marina Rei in una speciale performance di poesia e percussioni, Edoardo Bennato, un supergruppo con il meglio della musica indipendente, un altro supergruppo capitanato dagli Afterhours con Samuel dei Subsonica e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Per la prima volta si farà anche un disco live. Se ne occuperà la neonata etichetta Alice e potrebbe includere perfino VASCO, se non altro con quel gioiellino inedito che è Un ragazzo di strada, l'inno dei poco di buono di tutto il mondo.

Fonte della notizia: repubblica.it
Sito web: http://www.repubblica.it/



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