lunedì 29 giugno 2009

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RockEnergiaEmozioniRock

RockEnergiaEmozioniRock
...che cosa vi torna in mente???
si avvicina il momento di grandissime novità da far venire i brividiiiii!!!
Questa volta sconfiniamoooooo!!
Siete pronti???

Fonte della notizia: vascorossi.net
Sito web: http://www.vascorossi.net



giovedì 18 giugno 2009

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L'Italia di Madonna e Vasco

Secondo rapporto annuale di Assomusica: nel 2008 i due eventi con il maggiore incasso
sono stati quello della 'Material girl' a Roma e di Bruce Springsteen a Milano

L'Italia 'live' è di Madonna e Vasco
i concerti dominati dalle due star

Ma tra le prime 10 posizioni, ben sei sono del Blasco con 13 milioni di euro
di GIOVANNI GAGLIARDI


ROMA - Nel 2008, nonostante la crisi, oltre cinque milioni di italiani, 5,6 per l'esattezza, hanno tirato fuori dalle tasche oltre 164 milioni di euro per assistere a 2.175 fra concerti e musical (un costo medio di circa 30 euro a evento). Regina assoluta della stagione, per gli incassi di un singolo concerto, è stata l'esibizione di Madonna all'Olimpico di Roma (oltre 4 milioni di euro), seguita a distanza da Bruce Springsteen (2,8 milioni), VASCO ROSSI (2,4 milioni) e Ligabue (2,4milioni), tutti e tre al Meazza di Milano. Ma è il Blasco ad avere totalizzato il bottino maggiore: nella graduatoria dei box office, il VASCO nazionale si è aggiudicato ben sei concerti su dieci, con oltre tredici milioni di euro di incassi. Sono le cifre fornite dal secondo rapporto annuale di Assomusica, l'Associazione italiana organizzatori e produttori spettacoli di musica dal vivo, che con oltre cento imprese associate su tutto il territorio nazionale, copre circa l'80% dei concerti live nel nostro paese.

Scorrendo il rapporto, il primo dato che balza agli occhi riguarda una diminuzione del 14,77% degli eventi, rispetto al 2007, a fronte di un aumento del prezzo medio del biglietto di oltre il 19 per cento, mentre il numero degli spettatori è diminuito di appena il 3 per cento. "Il 2008 è stato un anno in cui sono state privilegiate le grandi produzioni - spiega Alessandro Bellucci, presidente di Assomusica dal 22 aprile scorso - Una scelta dettata dal mercato stesso, non c'è stata una pianificazione alle spalle. Le grandi produzioni hanno portato buoni risultati, ma sono anche quelle dove il costo del biglietto è più alto rispetto alle piccole".

Bellucci spiega che nonostante la crisi economica, il settore della musica dal vivo, "tiene botta". Anche se si registra una tendenza: "I piccoli concerti, che hanno prezzi più bassi, ma che stanno alla base di tutto, hanno un po' sofferto. Il pubblico fa delle scelte. Là dove un tempo la cultura in generale e la musica dal vivo in particolare, poteva essere usufruita senza fare scelte oggi si preferisce andare a vedere una sola volta Madonna piuttosto che tre-quattro concerti durante l'anno".

Il presidente di Assomusica ammette che il prezzo del biglietto è aumentato molto, "ma questo dipende dal fatto - spiega - che gli spettatori hanno scelto di privilegiare spettacoli di grandi produzioni piuttosto che quelli di livello medio, dal punto di vista tecnico - sottolinea - non qualitativo. La produzione di grandi eventi ha costi alti". Bellucci, poi, ribadisce una vecchia polemica dei promoter italiani: "La media del biglietto italiano è inferiore rispetto a quelli europei - dice - Se andiamo a vedere un concerto di Madonna o Springsteen all'estero, spendiamo per il biglietto un 20-25 per cento in più. Teniamo anche conto che il nostro è un settore che non ha contributi".

Colpisce poi, tra i vari dati forniti dal rapporto, la grande differenza del numero di eventi in Italia, con il Nord nettamente in testa con 1.452 fra concerti e musical, il Centro a quota 508, e il Sud a 215. "Il Sud è fatto di spettacoli al 70% ad ingresso gratuito, che per ora non vengono rilevati dal rapporto - spiega Bellucci - Penso che se noi sovrapponessimo i dati, il discorso si potrebbe riequilibrare. Resta comunque un problema di fondo legato alla conformazione del nostro Paese. Un conto sono le produzioni italiane, ma per gli stranieri è più facile fare tappa a Milano. Si può immaginare che costi avrebbe far arrivare uno spettacolo come quello di Madonna, con decine di Tir, giù a Napoli".

Per quanto riguarda gli eventi città per città, Milano batte Roma, 800 a 126. Ma anche qui c'è una anomalia: "Roma ha l'Auditorium, dove tutti gli spettacoli vengono organizzati da loro. Nel 2008 - cita a memoria Bellocci - sono stati messi in scena circa 500 spettacoli, almeno la metà riguardano sicuramente la musica popolare contemporanea. Roma di concerti ne fa tanti, sicuramente meno di Milano ma è la seconda città del Paese".

Tra le differenze italiche, singolare poi è il dato del prezzo medio regionale, che vede il Veneto in testa: qui per comprare il biglietto per un concerto occorre spendere 37,74 euro. Sicuramente meglio va in Campania, dove, per assistere a uno spettacolo, bastano 19,59 euro: "Il Veneto è una regione ricca che dà tanto alla musica", spiega il presidente di Assomusica. E ricorda che ad alzare la media del prezzo del biglietto in Veneto contribuisce molto Verona con l'Arena. "In Campania, poi, molti degli spettacoli rappresentati nel 2008 sono stati medio-piccoli - sottolinea - con un biglietto più basso e alcuni potrebbero aver avuto contributi dalle istituzioni, cosa che ha aiutato a tenere il prezzo più basso".

Fin qui il bilancio dell'anno passato. E per il futuro, i palcoscenici italiani continueranno ad essere occupati dai soliti noti? Bellucci non si sbilancia: "Vorrei che questa lista vedesse nei prossimi anni dei giovani". Ma smessi per un attimo i panni istituzionali, viene fuori l'appassionato di musica: "Ho un rammarico: non esser stato nel 1980 al concerto di Bob Marley a San Siro. E' un rimpianto che custodisco con un misto di sottile gioia. Poi, per il futuro, si parla tanto di una reunion dei Led Zeppelin: mi piacerebbe che venissero in Italia per andarli a vedere".

Fonte della notizia: repubblica.it
Sito web: http://www.repubblica.it



mercoledì 17 giugno 2009

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Classifiche e vendite

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...e in decima posizione, a 63 settimane dall'uscita, VASCO ROSSI con Il mondo che vorrei.

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venerdì 12 giugno 2009

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San Siro, a rischio i grandi concerti

Il Comune: dalle 23.30 stop alla musica. Cartellone «congelato». La delibera in giunta
San Siro, a rischio i grandi concerti
Regole più restrittive sui decibel. Vigili antirumore sul palco.
Gli organizzatori: Milano non vuole gli show


Sul palco i Depeche Mode, Laura Pausini e Gianna Nanni­ni, U2 e Madonna. Al mixer e al quadro elettrico: la polizia loca­le. «Scherziamo? In queste con­dizioni non garantisco i concer­ti a San Siro», attacca Roberto De Luca, amministratore di Li­ve Nation, la società che pro­muove gli show al Meazza. Il cartellone è «congelato» da ieri alle 18. De Luca è nel suo stu­dio, legge la delibera sui concer­ti che la giunta Moratti approva stamattina: tetto più basso per le emissioni sonore, una media di 78 decibel (come nel 2008) che però esclude deejay e musi­ca «non dal vivo», e vigili in re­gia, al debutto, pronti a spegne­re lo stadio alle 23.30. Legge e sbotta, De Luca: «Fermiamo tut­to. È roba da Germania Est. Non si può arrivare ogni anno, a una settimana dal via, e riscri­vere le regole. Se Milano non vuole la musica, lo dica. Ma lo dica per tempo. Noi andremo a Torino, altrove. Ovunque».

Puntuali. La polemica sui de­cibel al Meazza, la minaccia di esposti, chi è rock e chi no, l’ul­timatum delle star, siete una cit­tà provinciale, addio. La querel­le è nata dopo l’ennesima riu­nione tecnica, ieri. Comune, Asl e Arpa hanno condiviso le regole per i concerti del 18 e 21 giugno, Depeche Mode e Ami­che per l’Abruzzo, rinviando la decisione sugli U2 e Madonna, attesi a luglio. La mini-delibera «rispetta il principio del sì agli show, tutelando l’ambiente»: tetto ai decibel dalle 21 alle 23.30, zona a traffico limitato at­torno allo stadio, potenziamen­to di metrò rosso, tram e bus. Garanzie che non bastano al­l’agguerrito comi­tato San Siro Vivi­bile: «Sono stati ignorati i proble­mi di parcheggio e di vibrazioni, non sono stati po­tenziati i sistemi fono-assorbenti al Meazza». Divie­ti che dividono la maggioranza: «L’isola pedonale è una sciocchezza», secondo Marco Osnato (An). E, soprat­tutto, un testo che «non blin­da» Palazzo Marino da eventua­li ricorsi anti-deroghe. È emer­so ieri nella conferenza dei capi­gruppo: «Senza piano di azzona­mento acustico (approvato dal­la giunta, non ancora dal consi­glio, ndr) si apre un varco ai ri­corsi e all’intervento del difen­sore civico».

Tradotto: i concer­ti rischiano di saltare. Pierfran­cesco Majorino (Pd) fa «un ap­pello alla giunta: ripariamo a questo pasticcio». L’ombud­sman milanese, Alessandro Bar­betta, sottolinea che «non c’è ancora neppure il regolamento del rumore». Replicano gli as­sessori ad Ambiente e Grandi eventi, Edoardo Croci e Giovan­ni Terzi: «Il piano di azzona­mento non è indispensabile per le delibere sui concerti». A San Siro si suona in deroga. «Milano è la capitale della musica, avremo grandissimi show internazionali nel rispet­to delle regole», rassicura Terzi. Forse no. «Avevamo avuto am­pie garanzie, in mesi di confron­to, ma questa delibera cambia tutto», sottolinea De Luca. An­che se il Tar, di recente, si è pro­nunciato a favore del Comune, contro i ricorsi dei residenti, e la sentenza fa scuola? «Sì. Per­ché non usciamo mai da questo intreccio di magistratura, Asl, Arpa e organismi comunali», at­tacca De Luca: «Noi abbiamo 60 dipendenti, abbiamo firmato i contratti con gli artisti e vendu­to centinaia di migliaia di bi­glietti. Mesi fa. Se a gennaio ci dicono che a Milano non si può suonare, noi non suoniamo, e la città si prende la responsabili­tà di arrivare all’Expo solo con i violini. Ma riscrivere le regole adesso, no, è una sofferenza im­barazzante. Ci mancavano solo i ghisa al mixer, che offesa! Co­sì non possiamo lavorare».

Armando Stella

Fonte della notizia: corriere.it
Sito web: http://www.corriere.it



giovedì 11 giugno 2009

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Condannato Roccia

Spaccio di cocaina, il bodyguard di Vasco patteggia un anno e dieci mesi
Condannato Danilo «Roccia» D'Alessandro, assolto un fonico

Danilo «Roccia» D'Alessandro, il bodyguard di VASCO ROSSI arrestato nel giugno 2008 per droga e rimesso in libertà dopo una decina di giorni, ha patteggiato una pena a un anno e 10 mesi di reclusione col consenso dei pm Valter Giovannini e Lorenzo Gestri. Tra patteggiamenti e condanne con il rito abbreviato, il gip Alberto Gamberini ha inflitto in tutto 25 anni di reclusione (con pene che vanno dai 3 ai 6 anni) per altri sei imputati, tutti immigrati, per detenzione e spaccio di cocaina. Assolto in abbreviato, invece, un fonico di Area srl, la società bolognese quartier generale di VASCO. Al centro dell'inchiesta un giro di droga che oltre al bodyguard aveva visto indagati quattro albanesi, due tunisini, un marocchino e un poliziotto romano accusato anche di corruzione per aver favorito la concessione di permessi di soggiorno dietro pagamento di denaro da parte di un albanese implicato nell'inchiesta. L'agente, tuttora agli arresti domiciliari, è stato rinviato a giudizio insieme a un altro albanese al momento latitante.

Fonte della notizia: corrieredibologna.corriere.it
Sito web: http://corrieredibologna.corriere.it