venerdì 1 maggio 2009

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Il concertone (Vasco)

La banda ha un suo senso in piazza, perchèno. E la piazza forse gradisce, anche se i mugungi da parte delle centinaia di migliaia di fan di VASCO che aspettano con ansi l’arrivo del Divo, si fanno sempre più forti. Il primo maggio, a ben guardare, è anche questo, festa di piazza, festa di popolo, con la musica bandistica a scandire i momenti clou dell’evento. Certo è cambiato, è diventato rock, e in questo contesto una band c’entra poco. Ma visto che abbiamo ascoltato anche cose più noiose dalla band, e vista la motivazione della presenza in scena, applaudiamo convinti...

Ed ecco la Premiata Forneria Marconi, che esordisce suonando De Andrè. Hanno scritto alcune delle più belle e importanti pagine della musica italiana, hanno suoanto con Battisti e con De Andrè, sono dei colossi, invece noi li trattiamo come i vechietti rincoglioniti chai quali ogni tanto diamo spazio per nostalgia. Che paese ridicolo quello che non riesce a trattare con la giusta dignità i propri campioni, quelli che hanno contribuito al meglio e non la peggio del paese. Qualcuno dirà che il loro meglio lo hanno espresso moltissimi anni,fa, ed è vero, ma Mussida Djivas e Di Cioccio, con l'aiuto se non ho visto male di Lucio Fabbri, sono dei musicisti eccellentissimi, ingrado ancora di suonare musica magari vecchia ma di straordiaria qualità. E poi, a ben guardare, non è che le ultime cose che hanno fatto siano così pessime.

Arriva il momento di VASCO ROSSI. Io sono in parte prevenuto, VASCO ROSSI non mi piace da diversi anni, ne comprendo la forza dal vivo, molto meno quella sui dischi, mi sembra pop elettrificato, su testi di un semplicismo assoluto. E’ difficile non essere d’accordo con un testo di ROSSI, a meno chè non parli di ragazzine. Buon senso comune, condito negli ultimi tempi dal un senso di invecchiamento che gli consente, o almeno lui spera gli consenta, di non sembrare troppo ridicolo nei panni del rocker, vista l’età che avanza. E’ vero che questo approccio, seplicità più elettrificazione, è perfetto, che nessun altro è riuscito come lui a metterlo in pratica, in fondo nemmeno Ligabue, che per molti versi è più cantautore. Però la mancanza di profondità, la sistematica riduzione della melodia ad una sequenza di note cantabile in coro, il suono “heavy” estremamente datato, e la stardom che lo criconda non mi rendono gradito il personaggio e al sua musica. Amavo Vita spericolata o Siamo solo noi, ma questo, direte voi, è facile, a chi non piacciono. E’ vero, non ho mai capito fino in fondo il personaggio e il suo successo, non mi è antipatico, si badi bene, non è una faccenda personale, ma artistica. Come essere umano ha sicuramente i pregi e i difetti di qualsiasi altro essere umano, ma è evidente che vista la libertà che ha, dato il successo, se fosse in grado di fare di più lo farebbe. Ma non è in grado. Dal vivo tutto assume un aspetto diverso, la ritualità del concertone rock c’è tutta, la soddisfazione elettrica per il pubblico è garantita, la coralità del canto anche, non c’è nulla che possa stonare. ma non c’è emozione che possa sorprendere, tutto è previsto e prevedibile

Mi rimangio quello che ho appena scritto, perchè VASCO ROSSI ha intonato, in maniera difficilmente criticabile, “Ragazzo di strada” brano cult dei Corvi, che lui interpreta in maniera credibilissima e aggiorna nei suoni. Credevo di non poter essere sorpreso e invece mi ha sorpreso, molto piacevolmente.

Il problema è mettersi d’accordo su cosa è il rock. Se l’ascoltatore rock cerca solo grandi chitarre, suono roboante, elettricità dovuta alla potenza, rock come genere musicale, come standardizzazione di un suono, allora certamente VASCO è il rocker migliore d’Italia, nel senso che la band che ha, sorretta dal suono doppiochitarristico di Stef Burns e Solieri, una potenza sonora che non ha eguali nel nostro piccolo paese, suonano rock in maniera tradizionale, “come dovrebbe essere”, con tanto di assoli fatti apposto per scatenare l’applauso finale ma che non aggiungono nulla alla canzone in se. E’ un fatto di arrangiamento, e di atmosfera, non di cotenuto. Se il rock, invece, è un modo di fare le cose, allora il rock sono gli Afterhours e i Subsonica, non VASCO ROSSI, che si limita a mimare il rock, a proporre il contenitore e non il contenuto. E’ ovvio che, come nei casi degli artisti migliori, non è solo così, non è sempre così. Ed è ovvio che VASCO ROSSI intercetta con i suoi testi basici, la basicità dell’attuale pensiero giovanile di massa, offrendogli una apparente via d’uscita, un’apparente ribellione rock. Alcune canzoni dunque non sono brutte, nemmeno “Il mondo che vorrei” che sta cantando adesso, ma è una canzone che può cantare chiunque, non esiste il “popolo di VASCO”.

Siamo arrivati al finale, di una lugna giornata di musica, con molti bassi e qualche alto, e una folla record a invadere piazza San Giovanni. Grazie per essere stati con noi, alla prossima.

Fonte della notizia: assante.blogautore.repubblica.it
Sito web: http://assante.blogautore.repubblica.it/



1 commenti:

Alessandro Cremaschi ha detto...

Mi spiace ma i numeri non ti danno ragione. Oggi (come da ormai alcuni anni) VASCO ROSSI identifica non solo il pensiero dei "giovani pischelli" ma gente che spazia dai 15 ai 60 anni...
Punti di vista... ed il nostro punto si chiama VASCO ROSSI!

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