sabato 26 settembre 2009

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Vasco ("Non depresso, tormentato") va con la chitarra nei palasport

Milano - VASCO ROSSI in videochat. Lui non sportivo se non perché tifoso dell'Inter, o per obblighi di allenamento ai concerti dell'imminente tour (che parte in anteprima da Mantova il 2 ottobre per debuttare poi ufficialmente il 6 da Pesaro) ha speso un'ora preziosa a rispondere alle domande online alla Gazzetta dello Sport, stimolato dal vicedirettore Gianni Valenti e dalla giornalista Gabriella Mancini.

Sotto il palazzo, la solita massa di fans in attesa, e nei corridoi occhi accesi e brillanti - molti femminili - alla vista del Vate di Zocca in pelle e ossa e berretto e completo jeans. Il tenero timidone mai travestito da duro (particolare spesso trascurato), dopo un'ora di risposte in diretta, apre con noi il suo libretto degli appunti a fogli gialli per precisare, sottolineare e non dimenticare proprio nulla di ciò che vuole che si sappia.

Caro VASCO, intanto ci rassicuri sulla sua depressione: notizie recenti non erano buone...

«Ho appena fatto le analisi ed è venuto fuori che ho il fegato di un bambino, altro che spappolato. Pensi, con tutto quel che ho combinato in vita mia: in fondo, è segno che sapevo quel che facevo, stavo controllato. Invece, le analisi del cervello sono un po' mosse: non è depressione ma amarezza, ho l'animo tormentato. Ero così depresso, pensi, che l'altra sera ho tentato il suicidio guardando "Porta a Porta": ma la verità è che non l'ho guardata».

Dopo vent'anni di stadi, lei si rimette in gioco nei palasport.

«Tutto nasce dal fatto che mi son rotto di suonare solo a giugno e luglio, per poi passare il resto dell'anno a casa davanti alla tv mentre le cover band suonano le mie canzoni. La produzione, come al solito, è faraonica, tanto che il 75 per cento degli incassi è investito lì: lo dico perché non si pensi che mi metto tutto in tasca. Ci sono solo 5 palasport in tutta Italia che la reggono, Torino, Milano dove mi fermo per un mese, Pesaro, Ancona, Firenze e Caserta. Ma più tardi andrò più a sud, ho fatto un piano per tre anni di cui ora non parlo. Il tour girerà tutta l'Europa, così la smetteranno di dire che non vado all'estero».

Che VASCO vedremo?

«Un Vasco inedito, ma se volete sapere di più, venite ad ascoltarmi. Ci sarà una parte rock e una parte acustica, ho scelto anche canzoni vecchissime mai cantate dal vivo, come "La nostra relazione". Suonerò la chitarra per la prima volta in scena, dai tempi del mio debutto».

Sta uscendo un nuovo, intenso singolo, «Ad ogni costo», musica Radiohead e testo di VASCO.

«Sì, non è una cover di "Creep" ma una nuova edizione, son 15 anni che ci penso, la adoro. Yorke ha sentito la mia versione e ha dato l'ok, senza il quale non si fa nulla. Mi mandarono una volta una traduzione di "Vita Spericolata" in tedesco e io dissi di no: figurarsi, avevano messo Errol Flynn invece di Steve McQueen. Ce l'avevo pronta da un anno, ma la discografia non mi ha fatto uscire. Ho la testa piena di idee, ogni tanto ho necessità di far sentire qualcosa di nuovo. Prima di Natale uscirà un altro singolo, "Ho fatto un sogno", un pezzo alla "Basta poco"».

Non è stato ispirato dal caso D'Addario?

«Io non conosco le escort».


Fonte della notizia: lastampa.it
Sito web: http://www.lastampa.it/



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