venerdì 12 giugno 2009

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San Siro, a rischio i grandi concerti

Il Comune: dalle 23.30 stop alla musica. Cartellone «congelato». La delibera in giunta
San Siro, a rischio i grandi concerti
Regole più restrittive sui decibel. Vigili antirumore sul palco.
Gli organizzatori: Milano non vuole gli show


Sul palco i Depeche Mode, Laura Pausini e Gianna Nanni­ni, U2 e Madonna. Al mixer e al quadro elettrico: la polizia loca­le. «Scherziamo? In queste con­dizioni non garantisco i concer­ti a San Siro», attacca Roberto De Luca, amministratore di Li­ve Nation, la società che pro­muove gli show al Meazza. Il cartellone è «congelato» da ieri alle 18. De Luca è nel suo stu­dio, legge la delibera sui concer­ti che la giunta Moratti approva stamattina: tetto più basso per le emissioni sonore, una media di 78 decibel (come nel 2008) che però esclude deejay e musi­ca «non dal vivo», e vigili in re­gia, al debutto, pronti a spegne­re lo stadio alle 23.30. Legge e sbotta, De Luca: «Fermiamo tut­to. È roba da Germania Est. Non si può arrivare ogni anno, a una settimana dal via, e riscri­vere le regole. Se Milano non vuole la musica, lo dica. Ma lo dica per tempo. Noi andremo a Torino, altrove. Ovunque».

Puntuali. La polemica sui de­cibel al Meazza, la minaccia di esposti, chi è rock e chi no, l’ul­timatum delle star, siete una cit­tà provinciale, addio. La querel­le è nata dopo l’ennesima riu­nione tecnica, ieri. Comune, Asl e Arpa hanno condiviso le regole per i concerti del 18 e 21 giugno, Depeche Mode e Ami­che per l’Abruzzo, rinviando la decisione sugli U2 e Madonna, attesi a luglio. La mini-delibera «rispetta il principio del sì agli show, tutelando l’ambiente»: tetto ai decibel dalle 21 alle 23.30, zona a traffico limitato at­torno allo stadio, potenziamen­to di metrò rosso, tram e bus. Garanzie che non bastano al­l’agguerrito comi­tato San Siro Vivi­bile: «Sono stati ignorati i proble­mi di parcheggio e di vibrazioni, non sono stati po­tenziati i sistemi fono-assorbenti al Meazza». Divie­ti che dividono la maggioranza: «L’isola pedonale è una sciocchezza», secondo Marco Osnato (An). E, soprat­tutto, un testo che «non blin­da» Palazzo Marino da eventua­li ricorsi anti-deroghe. È emer­so ieri nella conferenza dei capi­gruppo: «Senza piano di azzona­mento acustico (approvato dal­la giunta, non ancora dal consi­glio, ndr) si apre un varco ai ri­corsi e all’intervento del difen­sore civico».

Tradotto: i concer­ti rischiano di saltare. Pierfran­cesco Majorino (Pd) fa «un ap­pello alla giunta: ripariamo a questo pasticcio». L’ombud­sman milanese, Alessandro Bar­betta, sottolinea che «non c’è ancora neppure il regolamento del rumore». Replicano gli as­sessori ad Ambiente e Grandi eventi, Edoardo Croci e Giovan­ni Terzi: «Il piano di azzona­mento non è indispensabile per le delibere sui concerti». A San Siro si suona in deroga. «Milano è la capitale della musica, avremo grandissimi show internazionali nel rispet­to delle regole», rassicura Terzi. Forse no. «Avevamo avuto am­pie garanzie, in mesi di confron­to, ma questa delibera cambia tutto», sottolinea De Luca. An­che se il Tar, di recente, si è pro­nunciato a favore del Comune, contro i ricorsi dei residenti, e la sentenza fa scuola? «Sì. Per­ché non usciamo mai da questo intreccio di magistratura, Asl, Arpa e organismi comunali», at­tacca De Luca: «Noi abbiamo 60 dipendenti, abbiamo firmato i contratti con gli artisti e vendu­to centinaia di migliaia di bi­glietti. Mesi fa. Se a gennaio ci dicono che a Milano non si può suonare, noi non suoniamo, e la città si prende la responsabili­tà di arrivare all’Expo solo con i violini. Ma riscrivere le regole adesso, no, è una sofferenza im­barazzante. Ci mancavano solo i ghisa al mixer, che offesa! Co­sì non possiamo lavorare».

Armando Stella

Fonte della notizia: corriere.it
Sito web: http://www.corriere.it



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