giovedì 18 giugno 2009

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L'Italia di Madonna e Vasco

Secondo rapporto annuale di Assomusica: nel 2008 i due eventi con il maggiore incasso
sono stati quello della 'Material girl' a Roma e di Bruce Springsteen a Milano

L'Italia 'live' è di Madonna e Vasco
i concerti dominati dalle due star

Ma tra le prime 10 posizioni, ben sei sono del Blasco con 13 milioni di euro
di GIOVANNI GAGLIARDI


ROMA - Nel 2008, nonostante la crisi, oltre cinque milioni di italiani, 5,6 per l'esattezza, hanno tirato fuori dalle tasche oltre 164 milioni di euro per assistere a 2.175 fra concerti e musical (un costo medio di circa 30 euro a evento). Regina assoluta della stagione, per gli incassi di un singolo concerto, è stata l'esibizione di Madonna all'Olimpico di Roma (oltre 4 milioni di euro), seguita a distanza da Bruce Springsteen (2,8 milioni), VASCO ROSSI (2,4 milioni) e Ligabue (2,4milioni), tutti e tre al Meazza di Milano. Ma è il Blasco ad avere totalizzato il bottino maggiore: nella graduatoria dei box office, il VASCO nazionale si è aggiudicato ben sei concerti su dieci, con oltre tredici milioni di euro di incassi. Sono le cifre fornite dal secondo rapporto annuale di Assomusica, l'Associazione italiana organizzatori e produttori spettacoli di musica dal vivo, che con oltre cento imprese associate su tutto il territorio nazionale, copre circa l'80% dei concerti live nel nostro paese.

Scorrendo il rapporto, il primo dato che balza agli occhi riguarda una diminuzione del 14,77% degli eventi, rispetto al 2007, a fronte di un aumento del prezzo medio del biglietto di oltre il 19 per cento, mentre il numero degli spettatori è diminuito di appena il 3 per cento. "Il 2008 è stato un anno in cui sono state privilegiate le grandi produzioni - spiega Alessandro Bellucci, presidente di Assomusica dal 22 aprile scorso - Una scelta dettata dal mercato stesso, non c'è stata una pianificazione alle spalle. Le grandi produzioni hanno portato buoni risultati, ma sono anche quelle dove il costo del biglietto è più alto rispetto alle piccole".

Bellucci spiega che nonostante la crisi economica, il settore della musica dal vivo, "tiene botta". Anche se si registra una tendenza: "I piccoli concerti, che hanno prezzi più bassi, ma che stanno alla base di tutto, hanno un po' sofferto. Il pubblico fa delle scelte. Là dove un tempo la cultura in generale e la musica dal vivo in particolare, poteva essere usufruita senza fare scelte oggi si preferisce andare a vedere una sola volta Madonna piuttosto che tre-quattro concerti durante l'anno".

Il presidente di Assomusica ammette che il prezzo del biglietto è aumentato molto, "ma questo dipende dal fatto - spiega - che gli spettatori hanno scelto di privilegiare spettacoli di grandi produzioni piuttosto che quelli di livello medio, dal punto di vista tecnico - sottolinea - non qualitativo. La produzione di grandi eventi ha costi alti". Bellucci, poi, ribadisce una vecchia polemica dei promoter italiani: "La media del biglietto italiano è inferiore rispetto a quelli europei - dice - Se andiamo a vedere un concerto di Madonna o Springsteen all'estero, spendiamo per il biglietto un 20-25 per cento in più. Teniamo anche conto che il nostro è un settore che non ha contributi".

Colpisce poi, tra i vari dati forniti dal rapporto, la grande differenza del numero di eventi in Italia, con il Nord nettamente in testa con 1.452 fra concerti e musical, il Centro a quota 508, e il Sud a 215. "Il Sud è fatto di spettacoli al 70% ad ingresso gratuito, che per ora non vengono rilevati dal rapporto - spiega Bellucci - Penso che se noi sovrapponessimo i dati, il discorso si potrebbe riequilibrare. Resta comunque un problema di fondo legato alla conformazione del nostro Paese. Un conto sono le produzioni italiane, ma per gli stranieri è più facile fare tappa a Milano. Si può immaginare che costi avrebbe far arrivare uno spettacolo come quello di Madonna, con decine di Tir, giù a Napoli".

Per quanto riguarda gli eventi città per città, Milano batte Roma, 800 a 126. Ma anche qui c'è una anomalia: "Roma ha l'Auditorium, dove tutti gli spettacoli vengono organizzati da loro. Nel 2008 - cita a memoria Bellocci - sono stati messi in scena circa 500 spettacoli, almeno la metà riguardano sicuramente la musica popolare contemporanea. Roma di concerti ne fa tanti, sicuramente meno di Milano ma è la seconda città del Paese".

Tra le differenze italiche, singolare poi è il dato del prezzo medio regionale, che vede il Veneto in testa: qui per comprare il biglietto per un concerto occorre spendere 37,74 euro. Sicuramente meglio va in Campania, dove, per assistere a uno spettacolo, bastano 19,59 euro: "Il Veneto è una regione ricca che dà tanto alla musica", spiega il presidente di Assomusica. E ricorda che ad alzare la media del prezzo del biglietto in Veneto contribuisce molto Verona con l'Arena. "In Campania, poi, molti degli spettacoli rappresentati nel 2008 sono stati medio-piccoli - sottolinea - con un biglietto più basso e alcuni potrebbero aver avuto contributi dalle istituzioni, cosa che ha aiutato a tenere il prezzo più basso".

Fin qui il bilancio dell'anno passato. E per il futuro, i palcoscenici italiani continueranno ad essere occupati dai soliti noti? Bellucci non si sbilancia: "Vorrei che questa lista vedesse nei prossimi anni dei giovani". Ma smessi per un attimo i panni istituzionali, viene fuori l'appassionato di musica: "Ho un rammarico: non esser stato nel 1980 al concerto di Bob Marley a San Siro. E' un rimpianto che custodisco con un misto di sottile gioia. Poi, per il futuro, si parla tanto di una reunion dei Led Zeppelin: mi piacerebbe che venissero in Italia per andarli a vedere".

Fonte della notizia: repubblica.it
Sito web: http://www.repubblica.it



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